La città delle arti e delle scienze a Valencia

Questa volta per la categoria “Architetture nel mondo” vi porto alla Città delle Arti e delle Scienze, a Valencia in Spagna.

Il complesso fu voluto dal Governo Regionale di Valencia, e progettato dall’architetto valenciano Santiago Calatrava, ed è divenuto il simbolo della Comunità valenciana nel mondo, e un grande esempio di architettura moderna. Fu inaugurato nel 1998, con l’apertura dell’Hemisferic.  La città delle arti e delle scienze è stata realizzata come una città nella città, ed è composto da vari edifici, dove si svolgono continue manifestazioni e mostre artistiche di vario tipo: l’Oceanografic, l’Hemisferic, il Museo delle scienze e il palazzo della Reina Sofia; occupa l’antico alveo del fiume Turia, che è stato definitivamente deviato, per un’estensione di 350000 mq, ed è la seconda attrazione più visitata della Spagna, solo dopo il Museo del Prado a Madrid. Per la visita ci vuole almeno una giornata intera, altrimenti, se avete più tempo, è possibile visitarla in maniera più rilassata con ticket da 2/3 giorni. La città delle arti e delle scienze dal centro di Valencia è facilmente raggiungibile tramite i bus urbani, o una passeggiata piacevolissima lungo di Jardines de Turia.

Sicuramente una delle cose più belle da vedere in questo complesso architettonico, soprattutto se con bambini, è l’Oceanografic, il più grande acquario europeo, e ha un tetto a forma di ninfea, opera dell’architetto Felix Candela. Sono presenti sette zone marine diverse: dalle zone polari, al delfinario, a una zona dedicata ai pesci del Mar Rosso, una per gli animali del mediterraneo e infine due bellissimi tunnel sottomarini dove il visitatore cammina circondato da qualsiasi tipo di pesce: dagli squali, alle anguille giganti, alle razze e tante altre specie. Sono presenti circa 45000 esemplari di 500 specie diverse. Merita vedere anche lo spettacolo che si tiene al delfinario. E’ presente anche un ristorante subacqueo, dove sembra di mangiare nella profondità del mare.

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Poi abbiamo l’Hemisferic, che è un cinema digitale 3D, con un enorme schermo concavo, e lo spettatore è quasi sdraiato a vedere la proiezione. Vengono proiettati dei documentari educativi, che vanno visti con gli occhiali 3D, in inglese, francese e spagnolo. La parte esterna da lontano ricorda un grande occhio che scruta, con tanto di ciglia e bulbo oculare. Questo effetto ottico è amplificato anche dalla presenza dell’acqua alla base.

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L’esterno dell’edificio del Museo delle scienze Principe Felipe sembra lo scheletro di un dinosauro gigante: si tratta di un museo interattivo sulla scienza e la tecnologia, e si divide su tre piani.  Di solito al piano terreno c’è una mostra itinerante gratuita, negozi e un ristorante, mentre al piano primo c’è la mostra fissa del museo, a tema scientifico. Interessante soprattutto per i bambini perché ci sono tanti giochi scientifici interattivi

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Il Palazzo delle Arti della Regina Sofia ospita il teatro dell’opera, e comprende al suo interno quattro auditorium, che offrono manifestazioni culturali e artistiche di vario tipo, da opere a concerti a balletto. L’edificio è ricco di dettagli architettonici, e la cosa particola è che al suo interno sono presenti diversi ascensori che vanno a diverse altezze, con degli spettacolari effetti visivi.

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Oltre a questi edifici, è presente L’Umbracle, che è un giardino enorme, una terrazza panoramica coperta da una serie di archi di 18 metri di altezza, dove è possibile guardare la Città delle scienze. Qui è possibile trovare piante tipiche del Mediterraneo e sculture contemporanee nel Paseo de las Esculturas. Allo stesso tempo l’Umbracle ha anche un parcheggio coperto a due piani, con capacità di circa 700 veicoli e 20 autobus-. Si sviluppa parallelamente al Museo della Scienza.

Agora

L’Agorà, edificio con una linea abbastanza avveniristica, che ospita uno spazio versatile, per lo svolgimento di grandi eventi, congressi, esposizioni, concerti, spettacoli e competizioni sportive. Calatrava voleva ricordare due mani intrecciate fra loro, con due ali nella parte superiore, che permetteranno di filtrare la luce che entrerà all’interno.

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Infine, il Ponte L’assut de l’or, che fa parte del complesso architettonico realizzato da Calatrava. E’ costruito in acciaio e cemento bianco, e si trova fra il Museo delle Scienze e l’Agorà per unire la circonvallazione nord e sud di Valencia. L’albero è alto 125 metri, e sostiene 33 cavi, che supportano il peso della struttura.

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E voi? Lo avete mai visitato questo complesso architettonico?

Ingegnererrante

La collina più romantica di Londra: Primrose Hill

Non sono impazzita ad aver inserito nella categoria “Architetture nel mondo” la collina di Primrose Hill (collina delle primule), capirete il motivo: da questa collina è possibile avere una vista mozzafiato sulla skyline londinese.

Devo dire che conosco Londra abbastanza bene, perché i miei cugini James e Francesca abitano laggiù, e ogni occasione è buona per prendere il primo volo e andare a trovarli; ma questa collina l’ho conosciuta solo dopo la mia ultima visita. Quella volta ero con l’altra mia cugina, Benedetta, anche lei, come me, assidua viaggiatrice e abitante a Lucca, e abbiamo fatto una toccata e fuga di un weekend il 5 novembre, per la Bonfire night, dove viene celebrato con falò e fuochi d’artificio il fallimento della congiura, realizzata da Guy Fawkes, contro la monarchia nel 1600, da cui è stato ispirato il film “V per vendetta” (“remember, remember, the Fifth of november”). In verità quella sera, diluviava e tirava vento, ed è stato annullato tutto, così abbiamo dovuto cambiare programma.

Ma torniamo alla collina: durante questa toccata e fuga londinese, mi sono trovata a Camden Town con una mia ex compagna di classe delle medie, Marianna, trasferita ormai da qualche anno a Londra, e lei, insieme al marito, mi hanno portato in questo posto incantevole, a fare una passeggiata vicino a casa loro.

Mi chiederete: come si fa ad arrivarci? Primrose Hill è facilmente raggiungibile da Camden Town, ed è situata in una zona molto raffinata, in mezzo a case di stile vittoriano, è situata nella parte nord del Regent’s Park, zona di caccia del re Enrico VIII. E’ facilmente raggiungibile anche con la metropolitana, linea nera (Northern Line), fermata Chalk Farm: dalla fermata della stazione sono presenti tutte le indicazioni per arrivare a Primrose Hill. La collina è ancora poco conosciuta dai turisti, ma più dai londinesi. Sembra impossibile passare dal caos dei mercatini di Camden, assolutamente imperdibili durante una visita a Londra, a godere di quel silenzio e tranquillità, nonostante l’attività frenetica della città.

Detto questo, passiamo all’architettura: come ho detto, da questa collina (78 m), è possibile godere di un belvedere sulla città e sui grattacieli: partiamo da quello che mi ha colpito di più.

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Sicuramente The Shard, un grattacielo realizzato da Renzo Piano e inaugurato nel 2012, e ha una forma piramidale, che si erge verso il cielo come una scheggia (da qui il nome Shard), ed è completamente realizzata in vetro. Il grattacielo è alto 310 m, con 87 piani ed è l’edificio più alto di tutta l’Europa. Il biglietto è molto caro, quindi sto aspettando l’occasione di un bel cielo limpido, cosa che sembra impossibile nelle mie fughe londinesi. E’ possibile però fare un aperitivo al bar, magari al tramonto, quando si accendono le mille luci della città.

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Dalla collina è possibile vedere anche la cupola di della chiesa di Saint Paul, una delle cattedrali anglicane presenti nella capitale. L’edificio è maestoso, con architettura di tipo barocco, voluto da Sir Christopher Wren, e si trova nella City, ed è conosciuto per la sua grande cupola, ispirata a quella della basilica di San Pietro a Roma, e sopravvissuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Tutti i più grandi eventi religiosi vengono celebrati in questa chiesa: dal funerale di Churchill al matrimonio del Principe Carlo e Lady Diana. L’interno è maestoso, si può anche raggiungere la sommità della cupola tramite delle scale che conducono a tre gallerie. La prima, la più famosa, è la Whispering Gallery (galleria dei bisbigli), per la forte eco presente, parlando vicino alle pareti; dopo 119 gradini c’è la Stone Gallery (Galleria di pietra), una piattaforma per godere del panorama londinese e infine dopo 152 gradini in ferro, a Golden Gallery (Galleria dorata).per i più temerari, è possibile ancora salire fino alla cima della cupola.

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Inoltre è possibile vedere anche il London Eye, di Southbank, ovvero la ruota panoramica più grande del mondo, alta 135 metri, con le sue navicelle di vetro. Il giro sulla ruota è assolutamente imperdibile, per vedere Londra a 360°.

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Infine, nello skyline visibile da questa collina, sicuramente sono ben visibili i grattacieli di Canary Wharf, nella East End, cuore finanziario della città. In questa zona erano presenti i depositi mercantili delle Docklands, poi intorno al 1990ci fu una riqualificazione dell’intera zona, con l’apertura del Canary Wharf Tower, conosciuto soprattutto per la sua punta piramidale. Questo grattacielo fu realizzato nel 1991, progettato dall’architetto Cesar Pelli, ed è alto 250 metri. Al momento è l’edificio più alto di tutto il Regno Unito. La Canary Wharf  Tower è diventata il centro della parte finanziaria di Londra, e nel tempo sono sorti altri grattacieli adiacenti, voluti da grandi società finanziarie, che sono andati a riqualificare totalmente la zona e cambiare totalmente lo skyline della East End.

Che dire, Primrose Hill è un posto veramente magico, e ho citato solo alcuni degli edifici presenti nello skyline. Voi ci siete stati? Cosa avete amato di più?

 

Compleanno in solitaria? No, compleanno errante!

Buongiorno a tutti! Oggi l’ingegnererrante compie gli anni, ma non si dice quanti. Mentre andrà online questo articolo, io sarò all’aeroporto di Pisa, in attesa di un aereo, destinazione Trapani: è così che ho deciso di festeggiare il mio compleanno. Non è una fuga, non è voglia di stare sola, appena torno festeggerò,  ma semplicemente è il migliore regalo che mi sia potuta fare, da amante dei viaggi.

Non fiori, ma biglietti aerei(1)

Tutto è cominciato un mesetto fa, quando mi sono resa conto che stava per avvicinarsi la fatidica data, ed è venuta fuori l’”ansia da compleanno”, così mi sono messa sul pc a cercare un posto vicino, magari al mare. La mia ricerca è finita in Sicilia, Trapani o Palermo: la decisione è ricaduta su Trapani, poiché sarò presente a Palermo a fine giugno, a causa del matrimonio del mio cugino, e naturalmente, se mi leggerete, sarete invitati anche voi! Poi, andando a perfezionare l’itinerario della mia mini-vacanza, ho deciso di dare spazio soprattutto ai dintorni, poiché Trapani e le isole Egadi le ho già visitate qualche anno fa durante un corso di barca a vela fra Favignana, Levanzo e Marettimo, con porto di partenza e arrivo Trapani.

Una volta messo piede sul territorio siciliano, la prima tappa sarà San Vito Lo Capo, fra mare, sole, cous cous e la riserva dello Zingaro, che sicuramente sarà la meta di una giornata. Pernotterò a San Vito Lo Capo due notti, poi il terzo giorno ritornerò verso Trapani, prima tappa al tempio di Segesta e ad Erice, cittadina incantevole, di origine fenicia e greca, e finita la visita prenderò il traghetto per Favignana. E’ vero che ho detto di esserci già stata, ma l’ho vista via mare, in agosto, questa volta la girerò in biciletta di maggio: tutta un’altra esperienza, poi è un’isola talmente bella che merita tornarci. Qui soggiornerò le altre due notti.

Naturalmente non è finita qui, in questi cinque giorni in Sicilia (torno domenica), vorrei raggiungere anche le saline, dicono che meritino la visita: ce la farò?  Secondo me, come al solito, tornerò dalla mia vacanza relax più stanca di prima, ma fortunatamente è una bella stanchezza, piena di conoscenza e curiosità.

Happy Birthday to me!

Ora vi lascio, buon mercoledì, e. .HAPPY BIRTHDAY TO ME!

Ingegnererrante

Parchi di divertimento per piccoli e grandi. Una giornata a Legoland, Danimarca

Chi l’ha detto che i parchi di divertimento sono solo per i più piccoli? Come è scritto nel libro “Il Piccolo Principe”, “Tutti i grandi sono stati piccoli ma pochi di essi se ne ricordano”, e quale occasione migliore per rinfrescare la memoria, che una giornata in un parco a divertirsi?

L’idea di passare una giornata in un parco è nata durante una vacanza con i miei amici in Danimarca e Svezia: durante la pianificazione di questo viaggio, siamo venuti a conoscenza del parco divertimenti di Legoland, accanto all’aeroporto di Billund, da dove avremmo ripreso l’aereo per tornare in Toscana, e da fan sfegatati dei mitici mattoncini, abbiamo dedicato l’ultima giornata al divertimento e al tornare un po’ bambini.

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Già l’atmosfera in aeroporto è magica: in mezzo al verde, piste ciclabili e lepri che tranquillamente saltellavano nel parcheggio dell’aeroporto, senza alcun timore né del rumore degli aerei, né delle persone o delle automobili. Naturalmente non solo all’aeroporto, ma in tutta la Danimarca abbiamo trovato spazi gioco dedicati ai mattoncini, e l’attesa di cosa avremmo trovato al parco è stata tanta.

Si tratta di un parco storico, abbastanza dimensionato e poco caotico, ma assolutamente divertente e ben organizzato, non abbiamo mai fatto una fila né per i biglietti, né per tutte le attrazioni, nonostante fosse pieno agosto, al massimo abbiamo fatto 15/20 minuti di coda per le giostre più belle. L’unica cosa da notare: il biglietto di entrata è un po’ caro, ma preso online in anticipo, è possibile risparmiare qualcosa, e dalle 17 in poi l’entrata è gratuita.

La prima parte del parco è dedicata a Miniland, una sorta di viaggio intorno al mondo attraverso riproduzioni di città, monumenti e installazioni caratteristiche di ciascun paese. Una grande parte è dedicata alle varie attrazioni danesi, ad esempio il palazzo reale di Charlottenburg di Copenaghen, lo scoglio della Sirenetta, e il castello di Aalborg (il castello di Amleto di Shakespeare), ma  è possibile trovare anche la statua della libertà, lo Space Kennedy Center e il monte Rushmore con i volti scolpiti dei Presidenti Statunitensi. Già a questa prima parte va dedicata almeno più di un’ora, solo per questa parte sono stati utilizzati sessantamila mattoncini, e fare questo viaggio attorno al mondo è veramente affascinante e indimenticabile.

La parte delle attrazioni è soprattutto a dimensione bambino (per quelli sotto i 120 cm, non tutto è accessibile), ma sono molto divertenti anche per i grandi. Tutto è curato al minimo dettaglio, e naturalmente riprodotto interamente con i Lego: dalle insegne del bagno, veramente simpaticissime e facilmente  individuabili, a ogni singola attrazione, gli amati mattoncini sono ovunque. Naturalmente sono presenti anche spazi gioco, con i mattoncini Lego e Duplo a disposizione di tutti. E’ presente anche un cinema 4D, con spettacoli in continuazione in danese, inglese e francese.

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Che dire, siamo usciti dal parco di Legoland con il sorriso, un po’ bambini, un po’ stanchi, ma sicuramente soddisfatti.

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E voi? Ci siete stati? Quali parchi divertimento amate di più?

Ingegnererrante

Passeggiata sulle Mura di Lucca

Come primo post dedicato alle architetture nel mondo, non posso fare altro che partire dalla mia città, Lucca, e da un elemento caratterizzante: le Mura Urbane, fortificazione unica nel suo genere, che circonda il centro storico. Nel mondo sono presenti tante altre città fortificate (esiste un gemellaggio fra le città murate: Lucca, Carcassonne, San Marino, Avila, Avignone e Mdina), ma le Mura lucchesi sono le uniche utilizzate non solo per la difesa, ma dove è possibile camminare sopra per l’intera cerchia muraria. L’intero centro storico è compreso nella cerchia muraria, lunga 4 chilometri e 223 metri e larga 30 metri, con undici baluardi (o bastioni) e sei porte per entrare in centro.

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Per un lucchese sono talmente importanti, che sono state adottate anche come unità di misura: è facile sentire dire “ho fatto 2 chilometri a piedi, come mezzo giro di Mura”, oppure “8 chilometri, quasi due giri di Mura”: ogni motivo è buono per un lucchese per poter parlare delle  proprie Mura.  Quindi, se conoscerete un lucchese, preparatevi non solo a sentir parlare della propria città e della bellezza delle Mura, ma anche a sentire questo particolare modo di dire, assolutamente tipico, soprattutto per le camminate a piedi.

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Nella storia esistono 3 cerchia murarie, che hanno visto l’espansione del centro storico: la prima risale all’epoca romana, la seconda è medioevale e la terza ed attuale è rinascimentale. I resti romani e medioevali è possibile ritrovarli all’interno del centro storico e nei sotterranei delle Mura, aperti da qualche anno al pubblico e assolutamente imperdibili. Per quanto riguarda le Mura romane, si trovano resti nella Chiesa di Santa Maria della Rosa (conosciuta come Chiesina della Rosa), e nei sotterranei del Baluardo San Colombano.  All’interno di questa cerchia è possibile individuare le vie ortogonali, in particolare il Cardus Maximus e il Decumanus Maximus, che si incontravano nel Foro Romano, individuabile in Palazzo Pretorio, in Piazza San Michele in Foro.  Invece le Mura medioevali è possibile ritrovarle in due porte: Porta dei Borghi e Porta San Gervasio.

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Parlando dell’attuale cerchia muraria, sono state iniziate nel 1491, a seguito di una necessità di ampliamento della città. Non sono mai state utilizzate a scopo difensivo, e come ho scritto prima, sono accessibili da quattro porte maggiori: Porta Elisa (dedicata a Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte), Porta San Pietro (conosciuta dai lucchesi anche come Porta a vapore, per la vicinanza con la stazione ferroviaria), Porta Santa Maria, Porta San Donato, Porta Sant’Anna e infine Porta San Jacopo (la porta più recente). E’ possibile entrare nella città anche da alcuni varchi pedonali, o sortite.

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Fino agli anni 80 in alcuni tratti era possibile il passaggio delle automobili, ora invece l’intera cerchia muraria è diventata pedonale, uno spazio aperto, unico nel suo genere, per il tempo libero in mezzo al verde.  A qualsiasi ora del giorno è possibile trovare persone che passeggiano, corrono, vanno in bicicletta o pattini, giocano a carte o a qualsiasi gioco, sui vari tavolini presenti nei vari baluardi, bambini che giocano in spazi adibiti a loro, oppure semplicemente si mettono su una panchina ad ammirare il panorama dei tetti, campanili, giardini e torri di Lucca.

Le Mura vengono anche utilizzate per manifestazioni di vario tipo: legate alla natura e alle piante, come Murabilia o Verdemura, ai Comics, alle Mille miglia, alla Maratona di Lucca, o manifestazioni legate allo sport. In particolare, in questo weekend, due eventi andranno a svolgersi in parte sulle Mura: sabato 6 maggio la Ferrari Cavalcade, con esposizione e sfilata di settanta auto del Cavallino, provenienti da tutto il mondo, e domenica 7 maggio la Maratona di Lucca, appuntamento ben conosciuto dagli appassionati. Motivo in più per programmare questo weekend una passeggiata sulle Mura.

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Al di là degli eventi organizzati, il consiglio che posso dare, se siete a Lucca, è di non perdersi una passeggiata sulle Mura, uniche nel suo genere, e in mezzo al verde e alla tranquillità guardare tutti scorci che la città può offrire.

Voi siete mai stati a passeggiare sulle Mura di Lucca?

Ingegnererrante

Faccio un salto a La Havana: un sogno diventato realtà

Parto dal mio ultimo viaggio: quindici giorni a Cuba per Capodanno, una meta che avevo già in mente da qualche anno, ma per vari motivi ho dovuto sempre rimandare.

Prima di tutto, i documenti che sono necessari per andare a Cuba sono: passaporto con validità di almeno sei mesi, polizza sanitaria da mostrare al momento dell’arrivo e la tarjeta de turista, rilasciata solitamente dalla compagnia di viaggio aerea, oppure dall’Ambasciata. La tarjeta deve essere tenuta sempre assieme al passaporto, e viene ripresa al momento dell’uscita dall’isola.

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Per quanto riguarda il cambio, a Cuba esistono due monete diverse: il peso convertible (CUC), solitamente utilizzato dai turisti (cambio: 1 euro = 1,008 CUC circa, gennaio 2017), e il peso cubano (CUP o MONEDA NACIONAL, MN), utilizzata dai cubani (cambio: 1 euro: 24 CUP, gennaio 2017). Conviene portare contanti in euro (sul dollaro mettono una percentuale abbastanza alta) e cambiare direttamente in loco, o in aeroporto o nelle città  in Cadeca (Casa de Cambio). Nelle città più grandi è possibile anche prelevare con carta di credito (no American Express). Di solito noi turisti paghiamo quasi tutto in CUC, ma in qualche bottega o negozio è sempre possibile in moneta locale.

Fra le cose da portare con voi, e che sicuramente vi chiederanno, sono le matite, colori e quaderni per i bambini, vestiti e saponi: troverete degli splendidi sorrisi ad aspettarvi, e gli occhi dei bambini che si illuminano alla vista di una semplice matita colorata.

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Il mio viaggio a Cuba è capitato in un momento storico particolare: dopo un mese dalla morte di Fidel Castro e pochi mesi dopo la fine dell’embargo. Prima della partenza mi sono informata, ho letto parecchio sugli argomenti e mi sono fatta tante domande su quello che avrei potuto trovare a Cuba. Per quanto riguarda la capitale, ho trovato solo alcuni murales che ricordavano Fidel Castro, e le persone avevano poca voglia di parlare del Lider Maximo, mentre continuando l’itinerario verso sud, e soprattutto a Santiago (città natale), l’attaccamento era visibile ovunque e negli occhi e nelle parole di qualsiasi persona. Per quanto riguarda l’embargo, già nel porto de l’Avana è possibile scorgere la differenza: sono presenti diverse navi da crociera, soprattutto americane. Soprattutto nelle persone giovani, la voglia e la paura di cambiare e di conoscere cosa c’è oltre a Cuba è tanta: fermano i turisti per informarsi, e li trovi nelle piazze principali delle città principali a collegarsi alla Wi-Fi, per sapere cosa succede nel mondo. Ebbene si, queste immagini da noi accadevano 10/15 anni fa, quando andavamo a cercare gli hot spot nelle piazze per collegarsi a internet. Queste piazze sono facilmente riconoscibili: sono gli unici punti in cui i cubani e i turisti hanno il cellulare in mano e smettono qualsiasi altra attività, e ci saranno sempre persone pronte a vendervi tesserine WI fi. Per noi, ora è una cosa normale, e non ce ne accorgiamo nemmeno, ormai il cellulare è diventato un’appendice della mano (io per prima), ma laggiù è una cosa ben visibile: non vedrete cellulari, se non nelle piazze del Wi-Fi, o per scattare foto.

Torniamo al mio viaggio: la prima tappa dell’itinerario è stata proprio la capitale, La Havana, difficilmente definibile con un aggettivo: sia decadente che moderna, musicale, contraddittoria. Musicale si, perché troverete la musica da ogni parte, da una classica salsa, a musiche anni 90, fino all’ormai conosciutissimo reggaeton. Le persone vi chiederanno di accompagnarli con le mani, con gli strumenti, di ballare e di cantare: è il loro modo per coinvolgere tutti. Il mio consiglio è lasciarsi andare e farsi coinvolgere: solo in questo modo riuscirete a conoscerli.

Cantanti

Altro consiglio per conoscere meglio la popolazione cubana: dormire nelle loro case, o casas particulares. Vi ospiteranno come se foste una persona di famiglia, dalla mattina a colazione con il bacio del buongiorno e con la preoccupazione nel caso una mattina non avete tanta fame o non vi siete fatti i panini per la merenda mattutina (come le mamme italiane), fino alla notte, finché non siete rientrati. Vi troverete sicuramente bene, super coccolati: ho un bellissimo ricordo delle casas particulares dove ho alloggiato durante questi quindici giorni.

Il cuore storico della città è la Habana Veja: edifici con un misto di architetture di tutti i tipi, belle piazze, case colorate, chiese, gente fantastica, ospitale e sempre tanta musica.

Per avere una visuale intera di questa città meravigliosa, occorre andare dalla parte opposta della baia, al Parque del Morro e la collina del Cristo gigante, in marmo di Carrara, che dall’alto osserva tutta la baia.

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Per quanto riguarda cosa vedere, partirei sicuramente dalla Calle Obispo, la via principale, per arrivare in Plaza de la Catedral, per visitare la Catedral de San Cristobal, chiesa di stile barocco cubano, attorniata da due campanili di altezza diversa; da qui sicuramente imperdibile è una sosta presso la Bodeguita del medio, uno dei locali amati da Hemingway nella città: qui un mojito a ritmo di musica è imperdibile. Proseguendo per calle Obispo, si arriva a Plaza des Armas, dove c’è uno splendido giardino e un mercatino di libri usati , e il Castillo de la Real Fuerza. Parlando di Hemingway, oltre alla Bodeguita del medio occorre parlare anche de La Floridita, e il suo daiquiri tanto amato dallo scrittore statunitense.

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In seguito, proseguendo per calle Obispo si prende calle Mercaderes (la via dei mercanti), per visitare la Plaza de San Fransisco de Asis, di fronte al porto, con la chiesa e il monastero di San Fransisco, e la Plaza Veja, dove dal barocco cubano si passa a uno stile art nouveau che ricorda Gaudì. Questa piazza ospitava le esercitazioni militari, oggi ci sono bar, ristoranti, e gallerie d’arte.

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Sicuramente da non perdere, abbandonando il centro de la Habana Veja, è il Museo de La Revolucion, ex palazzo presidenziale, dove, grazie all’aiuto della guida, è possibile capire meglio la storia cubana, partendo dalla cultura precolombiana di Cuba, passando da Batista, per finire a Che Guevara e Fidel Castro. Bellissimi sono gli interni, decorati da Tiffany di New York, e il salone degli specchi, ripreso dal Salone di Versailles.

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Immancabile è sicuramente la Plaza de la Revolucion, una piazza enorme, viene considerata il cuore del governo cubano, utilizzata per iniziative a grande scala, dai comizi politici alla messa di Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco. La piazza è famosa anche per i murales raffiguranti Che Guevara, e Camilo Cienfuegos, immagini conosciute in tutto il mondo, e il Memoriale a Jose Marti, la struttura più alta di tutta l’Avana.

Altri edifici sicuramente da vedere, anche solo all’esterno, sono: il Capitolio, simile al Campidoglio di Washington, e il Gran Teatro, anche questo di stile barocco.

Da vedere è anche il Jardin (o Callejon) de Hamel, un vero e proprio museo all’aria aperta: una strada di musica, cultura, sculture e murales, creati da Salvador Gonzales. Ogni domenica alle 12 è possibile vedere spettacoli di rumba e salsa cubana; sfortunatamente non sono riuscita a vederli, ma dicono che siano suggestivi.

Imperdibile è una passeggiata sul Malecon, anche questa purtroppo non l’ho potuta fare, perché era periodo di vento e mareggiate, ma la padrona della mia casa particular me ne ha parlato come un bellissimo luogo, dove lei, assieme al marito, vanno spesso a passeggiare, guardare il tramonto, ascoltare musica, giocare a carte e ballare. Il Malecon, o lungomare, si estende per 8 km, e la passeggiata diventa affascinante, è un vero e proprio punto di ritrovo per i cubani, con scene di vita vera, dicussioni, risate e tanta musica improvvisata.

Ce ne sarebbero ancora tante cose da dire su una città come la Habana: il mio consiglio è prendere un coco taxi, o una di quelle splendide macchine colorate anni 50, per passare da una parte all’altra di Cuba. Per il resto, immergersi a piedi nelle vie della città, guardando anche in alto anche gli edifici colorati da una parte e dall’altra della strada, parlare con la gente e ascoltare la loro musica.

E voi? Siete stati in questa città? Cosa vi è piaciuto? Cosa vi sareste aspettati?

Ingegnererrante

Ciao! Sono l’IngegnerErrante

Piacere, sono Raffaella, l’ ingegnererrante, ovvero colei che  ha aperto questo blog. Sicuramente la prima domanda a cui rispondere  è “perché hai aperto un blog”? Per passione di condivisione: negli ultimi anni ho sempre condiviso pensieri, foto e viaggi sui social, soprattutto su Facebook, e a novembre ho aperto un account Instagram di foto dei miei viaggi, cominciando da quelli che ho fatto da piccola, fino ad ora: da quel momento ho cominciato a sentire il bisogno di condivisione e pensare di aprire un blog. Il mio account Instagram ha subito varie trasformazioni di nome: è nato come “Raintheworld”, poi è diventato “Raffinaintheworld”, poi “ItineRAnte”, poi “ingegnererRAnte” e alla fine sono arrivata al nome finale (che poi è quello del blog): “IngegnerErrante”.

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Vivo da sempre a Lucca, città che amo, e come immaginerete dal titolo del mio Blog, sono Ingegnere Edile. Perché errante?  Perché chi mi conosce sa della mia grande passione per i viaggi: mi piace raccontare tutto il mio pre (quello che ho letto, l’itinerario, i mezzi di trasporto, gli alloggi), il durante e il post viaggio; probabilmente questa passione riesco a trasmetterla, tanto che spesso mi viene chiesto “ Quando il prossimo viaggio?”, “Hai già in mente dove andrai prossimamente?”, oppure consigli veri e propri per un determinato viaggio. Per la ricerca e lo studio per la prossima meta, scrivo tutto sul mio quaderno di viaggio, deve essere tutto perfettamente pianificato. Naturalmente nei miei viaggi cerco di inserire l’altra mia passione (e lavoro): l’architettura, quindi spesso mi ritrovo a camminare a naso in su e a guardare cosa ho intorno.

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Negli ultimi anni la mia voglia di viaggiare, la curiosità di scoprire nuove mete, itinerari, modi di vivere, mi ha portata a viaggiare da sola, sia come viaggio in solitaria che con gruppi di vacanze (pur sempre persone fino a quel momento sconosciute). Ogni volta che parto, i pensieri e le preoccupazioni sono mille: è bello essere indipendente, ma occorre esserlo in tutto (ho dedicato un articolo ai miei accessori necessari in valigia). Nasce da questo la necessità di tenere un quaderno di viaggio, dove appunto qualsiasi dettaglio riguardante orari, spostamenti, itinerari, pagamenti e tanto altro: già prima del viaggio ho almeno dieci pagine scritte in maniera quasi maniacale su tutto. Non ho mai sofferto di solitudine, domanda che mi hanno fatto in tanti sapendo che viaggiavo da sola, anzi: la mia curiosità mi ha sempre spinto  a conoscere e fare amicizia con persone locali, e non mi sono mai sentita sola. Anzi, devo dire che anche quando sono in vacanza con gli amici, ho sempre il bisogno di ricavare qualche ora da dedicare alle mie passioni, alla curiosità, alla conoscenza, e alla cultura.

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Oltre alla ricerca di nuove mete da studiare per nuovi viaggi, nel tempo libero, mi dedico anche a conoscere le mete vicine: la Toscana ne offre tantissime, dal mare alla collina alle montagne. Queste sono mete decise lastimute, a seconda di quello che mi va di fare: può essere una città d’arte, una passeggiata, una mostra, una degustazione, ma devo dire che quando comincia a venire la bella stagione, prediligo il mare, e tutto quello che riguarda le destinazioni marine.

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Adoro la musica, ne ascolto di tutti i tipi, e da qualche anno mi sono avvicinata alla musica  caraibica; da qualche anno ballo salsa cubana, bachata e reggaeton. Si tratta di balli divertenti (ora sono anche molto di moda, basta accendere la radio) e a prima vista facili, ma una volta che comincia lo studio del ballo, come ho fatto io, al di là del divertimento c’è tanto altro: la cultura, gli strumenti, la storia , a cui sicuramente dedicherò un post (o diversi) nel mio blog. Fra l’altro Cuba è stata la mia ultima meta di viaggio, quindi non posso non dedicare almeno qualche post a tutto quello che ho visto e imparato in quindici giorni nell’isola.

Avrete capito che in qualsiasi mio post, cercherò di trasmettere tutto quello che ho visto, conosciuto e sentito.

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Buona lettura!

Ingegnererrante